Background: In our surgical daily activity, we report the observation of rare tumour as Gastrointestinal Stromal Tumours (GIST). We report the incidence and behaviour of new cases of GIST operated in our Center during the last decade, from 2008 to 2018 and here we also describe the concomitant observation of a second gastroenteric tumor.
Method: We have examined all the case files and histological examinations of patients with CD 117-positive GISTs treated in our Institute from 2008 to 2018. We have gathered data regarding clinical symptoms at the time of diagnosis, tumour site, type of surgery performed, tumour size, histopathological data and follow up data.
Results: We have analysed 950 cases of patients who underwent surgery for gastrointestinal neoplasia in our department from 2008 to 2018. We have found 12 cases affected by GIST and in 4 cases it was also a second tumour. In two cases GIST were incidentalomas and in the others two patients a second tumour was incidentally observed in primary GIST.
Conclusion: Patients with GIST run the risk of developing a second neoplasm, nearly twice as high as the general population with a negative impact on survival; also, incidental GIST is often observed requiring a better molecular characterization for the high risk of developing second neoplasms with the aim of achieving an early diagnosis.
Key words: Gist, Second neoplasm, Surgery.
I Tumori Stromali Gastrointestinali (GIST) sono neoplasie che derivano da una comune cellula staminale del tessuto mesenchimale del tratto gastrointestinale o, raramente, da altri tessuti intra-addominali: la cellula interstiziale di Cajal. Lo stomaco è la sede più comunemente colpita (50-60%) seguita dall’ intestino tenue (30- 35%) e meno dal colon- retto (5%) e dall’esofago (<1%). Altre sedi nell’ambito della cavità addominale quali omento, mesentere o retroperitoneo (<5% di tutti i GIST), sono indicate come extra-gastrointestinali. I progressi in immunopatologia hanno identificato una mutazione attivante il proto-oncogene c-KIT (75-80% dei casi) e in una minoranza dei casi (5%-10%) il gene PDGFR-a. Negli ultimi anni numerosi studi di biologia molecolare hanno dimostrato che i GIST KIT/PDGFRA WT rappresentano un’entità estremamente eterogenea sotto il profilo sia biologico che clinico). I GIST possono manifestarsi a qualsiasi età: quella mediana di insorgenza è 60-65 anni. Spesso viene posta diagnosi tramite l’evidenza radiologica di massa addominale. I tumori si sviluppano per lo più in sede sottomucosa ma possono manifestarsi anche come masse extra luminali. I piccoli GIST intestinali sono spesso asintomatici fino a quando non raggiungono dimensioni notevoli tali da provocare sintomatologia clinica. L’asportazione chirurgica è possibile nel 60% circa dei casi. Il trattamento adiuvante con gli inibitori della tirosin chinasi è raccomandato per i pazienti con un rischio intermedio/alto di recidiva e nei tumori con una mutazione a KIT o PDGFR-a. Nei casi di GIST wild type è utile inserire i pazienti in protocolli specifici in virtù della minore sensibilita’ a imatinib sia in fase adiuvante che localmente avanzata e metastatica. Gli inibitori della tirosina chinasi migliorano sostanzialmente la sopravvivenza di questi pazienti. I pazienti con GIST hanno un rischio circa 2 volte superiore alla popolazione generale di sviluppare un altro tumore (il 4-33% di essi sviluppa una seconda neoplasia, sia sincrona che metacrona. Presentiamo l’esperienza acquisita presso il nostro Istituto di pazienti con diagnosi di GIST singoli e casi associati ad una seconda neoplasia. Abbiamo analizzato 950 casi di pazienti sotsottoposti a chirurgia per neoplasia gastrointestinale dal 2008 al 2018 trattati presso la nostra divisione. Abbiamo riscontrato 12 casi affetti da GIST di cui cinque donne (5/12, 41,66%) e sette uomini (7/12, 58,33%). Nove casi erano a partenza gastrica (9/12, 75%), due casi a partenza digiuno-ileale (2/12, 16,6%), e un caso a partenza duodenale (1/12 8,3%). In 8 casi le dimensioni erano inferiori a 5 cm, in tre casi inferiori a 10 cm ed in un caso superiori a 10 cm . In 2 casi (2/12, 16,6%) la diagnosi è stata di incidentaloma in corso di stadiazione TC per una seconda neoplasia del tratto gastroenterico. In un caso con diagnosi primitiva di tumore del sigma-retto è stata eseguita in concomitanza anche una resezione digiunale , nell’altro caso con diagnosi di tumore primitivo del colon destro, è stata eseguita anche una resezione gastrica. In due casi (2/12, 16,66%) con diagnosi primaria di GIST è stata riscontrata una neoplasia concomitante all’esame istologico definitivo. Nel caso di un piccolo GIST di basso grado dello stomaco è stato evidenziato all’esame istologico definitivo, compreso nei prelievi, anche la presenza di tumore neuroendocrino. Nell’altro caso, sempre di GIST gastrico, è stata eseguita una colecistectomia per calcolosi, risultata essere poi all’esame istologico definitivo sede di seconda neoplasia (adenocarcinoma). È stata eseguita in tutti i casi la valutazione dello stato del “mismactch Repair System” (MMR) mediante tecnica immunoistochimica verso MLH1/PMS2 e MSH2/MSH6 che ha mostrato presenza di espressione di tutte le proteine nelle cellule neoplastiche. Da quanto è stato esaminato in questo articolo, si può concludere che i pazienti con GIST hanno un rischio quasi doppio rispetto alla popolazione generale di sviluppare una seconda neoplasia. Le seconde neoplasie associate nei pazienti con GIST possono avere qualsiasi istologia e apparire in qualsiasi organo, le sedi più frequenti sono quelle di origine gastrointestinale. La sopravvivenza dei pazienti con seconde neoplasie sembra essere inferiore alla media delle singole neoplasie per cui è necessario uno studio più approfondito di questi pazienti, nonché una migliore caratterizzazione molecolare per l’elevato rischio di sviluppare seconde neoplasie, con l’obiettivo di raggiungere diagnosi precoce.